lunedì 26 gennaio 2015

NATO Fighter Plane Crash - F-16 Jet Accident in Spain Base



I am deeply saddened by the crash of a Greek fighter jet at the Los Llanos base in Spain, which has caused many casualties.
Joint press point with NATO Secretary General Jens Stoltenberg and Mark Rutte, Prime Minister of the Netherlands
This is a tragedy which affects the whole NATO family. I express my heartfelt condolences to the loved ones and the nations of those who lost their lives, and I wish a speedy recovery to the injured.  

The plane was taking part in an exercise in the framework of NATO’s Tactical Leadership Programme, which aims to improve multinational cooperation in air operations.

Incidente Aereo Nato Precipita in Spagna F-16 : 10 Vittime



Incidente Aereo Nato Precipita in Spagna F-16 : 10 Vittime

mercoledì 21 gennaio 2015

Martin Luther King Jr Day President Obama Video Message

A video message from President Obama on the Martin Luther King Jr. Day of Service.



 The President: Hi everybody.
Today we pay tribute to Dr. Martin Luther King Jr.
We reflect on the lessons of his life; that extraordinary change
begins when ordinary men and women are willing to stand up fo the progress they seek.



We draw strength from his unbending commitment to justice and his unwavering conviction in the moral force
of nonviolence.
And just as we celebrate the progress he helped inspire, we recommit ourselves to our unfinished work; defending the dignity and equality of all people.





That's why today we come together in a national day of service, because as Dr. King once said, "Life's most persistent and urgent question is 'what are you doing for others?'"
Today, Americans across our country are answering that question through their actions, they're cleaning up parks, visiting hospitals, working at food banks, and reading to children; they're doing their part to honor Dr. King by heeding his call to serve.



To everyone out there volunteering today, thank you.
And to everyone who wants to join in, it's not to late.
Just go to mlkday.gov to find a project happening right now near you.
Dr. King is an inspiration to millions around the world including me.
We feel his legacy all around us; in our schools, our communities, our halls of government, and most importantly in our hearts, how we treat each other, and the simple acts of kindness and respect that bind us together as one American family.



That was Dr. King's dream that one day all Americans would treat each other as brothers and sisters.
Let's all do our part to make that dream real.
Not just today, but every day.

Giorgio Ceccarelli Figli Negati I Love Papà - Derby Roma-Lazio



Giorgio Ceccarelli Figli Negati I Love Papà - Derby Roma-Lazio

martedì 13 gennaio 2015

M5S Parlamento Tofalo su Charlie Hebdo e Terrorismo in Italia



M5S Parlamento Tofalo su Charlie Hebdo e Terrorismo in Italia

Charlie Hebdo Strage di Parigi - Alfano in Parlamento sui Rischi



Signor Presidente, onorevoli colleghi, i tragici fatti che due giorni fa hanno colpito il cuore dell'Europa e insanguinato le vie di Parigi, sconvolgendo l'opinione pubblica mondiale, mi hanno spinto ad accogliere prontamente l'invito a riferire a questa Assemblea sui fattori di rischio che interessano il nostro Paese, da sempre in prima linea sul fronte del contrasto al terrorismo di matrice islamica. Mi soffermerò sulle misure di vigilanza e di prevenzione già in atto, su quelle a cui abbiamo dato ulteriore e immediata attuazione dopo l'eccidio consumato nella capitale francese, nonché sui principali contenuti del provvedimento legislativo di contrasto al terrorismo internazionale che mi accingo a presentare al Governo e poi, ovviamente, al Parlamento.

  Nel commentare la vicenda dell'uccisione dei giornalisti satirici francesi e di due agenti di polizia, ho detto che un dato che sicuramente colpisce è legato alle modalità esecutive dell'azione. Finora la maggior parte degli attentati terroristici commessi da elementi delle componenti jihadiste era caratterizzata dal fatto che l'autore o gli autori mettevano in conto e accettavano l'idea che l'azione si sarebbe certamente conclusa con la loro morte, escludendo che il piano dell'attentato contemplasse possibili vie di fuga per loro stessi. Le modalità esecutive dell'attentato parigino, invece, sembrano indicare una modalità diversa, logica di azione che non esige il martirio, né lo contempla come esito scontato e ineludibile dell'attacco terroristico.

  Un altro elemento di assoluta importanza risiede poi nella riconducibilità dell'attentato parigino, stando alle fonti informative disponibili e alle dichiarazioni degli stessi superstiti della strage, alla componente qaedista dell'estremismo islamico. Uno degli attentatori, in particolare, si sarebbe addestrato in un campo militare filo-qaedista dello Yemen. Non è possibile in questo momento trarre indicazioni certe sulla base della particolare matrice dell'eccidio, se, cioè, anche le falangi qaediste stiano emulando la ferocia dell'ISIS allo scopo di attrarre, in una logica competitiva, consensi e adesioni verso la propria parte, oppure se in qualche modo l'attentato di due giorni fa rappresenti una forma di riavvicinamento e di convergenza, almeno nelle strategie di azione, con l’Islamic State. In entrambi i casi, l'effetto sembra essere uno solo: le due forme di minaccia andrebbero a sommarsi tra loro, finendo con l'accrescere di gran lunga il livello di pericolo.

  Ma c’è anche un altro aspetto da sottolineare. Come avevo detto nell'informativa alle Camere resa a settembre dello scorso anno, le frange qaediste si erano distinte stigmatizzando proprio gli eccessi di violenza teorizzati e praticati dallo Stato Islamico, al punto che su questo tema si era registrata una delle linee di frattura che aveva portato alla separazione da Al Qaeda dei seguaci del califfo al-Baghdadi. Questa linea di distinzione, per quanto labile, alla luce dei fatti avvenuti appena due giorni fa, sembra essere svanita, anche se è prudente attendere maggiori approfondimenti investigativi prima di una definitiva valutazione.

  La stessa ipotesi che oggi viene affacciata da alcuni commentatori francesi esperti di radicalismo islamista circa la possibile paternità dell'ISIS dell'attentato parigino, che presto potrebbe essere rivendicata, va considerata con tutta la tutela del caso e rimane, per ora, una semplice supposizione.

  L'eccidio di Parigi, comunque, conferma l'estrema pericolosità del fenomeno del reducismo e dei «foreign fighters», cioè proprio di quei due aspetti della minaccia terroristica che avevo illustrato alle Assemblee di Camera e Senato quattro mesi fa. In effetti, la spietata freddezza del commando entrato in azione a Parigi lascia ipotizzare che essa sia frutto di un addestramento militare acquisito nei luoghi di conflitto e della conseguente dimestichezza con l'uso delle armi da guerra: una combinazione micidiale di elementi, pronta a lasciare la sua traccia mortale nei Paesi in cui i combattenti stranieri fanno ritorno, come sembra avvenuto, appunto, anche nel caso dei tre responsabili del massacro parigino.

  Per completezza informativa, voglio aggiungere che uno dei tre, il trentaduenne franco-algerino, Cherif Kouachi, era noto anche alle forze di polizia italiane, in quanto implicato nelle filiere di estremisti islamici diretti in Iraq e più volte sottoposto da parte delle autorità francesi a misure restrittive. Preciso, tuttavia, che il Kouachi non è stato mai presente nel territorio nazionale.

  L'Italia è pur essa toccata dal fenomeno dei «foreign fighters», sebbene in misura sensibilmente minore rispetto ad altri Paesi occidentali. Mentre, infatti, sono circa 3 mila i combattenti stranieri censiti in Europa, il nostro Paese interessato da numeri molto più esigui: risultano, infatti, cinquantatre le persone finora coinvolte nei trasferimenti verso i luoghi di conflitto, che hanno avuto a che fare con l'Italia nella fase della partenza o anche solo in quella di transito; quattro di esse hanno nazionalità italiana, due delle quali già segnalate nella precedente informativa, come il genovese Delnevo, morto in combattimento ad Aleppo, e un giovane marocchino naturalizzato, che si trova attualmente in un altro Paese europeo. La quasi totalità di queste persone è ancora attiva nei territori di guerra, mentre la restante parte, decisamente minoritaria, è deceduta in combattimento o è detenuta in altri Paesi.

  Per gli altri residui casi, i nostri sforzi sono rivolti ad intercettarne e a monitorarne eventuali tentativi di rientro in Italia e a controllarne ogni spostamento, anche in virtù della collaborazione con le altre forze di polizia e del supporto del canale Interpol.

  Naturalmente, quello dei «foreign fighters» non è l'unico fattore di rischio, essendo l'Italia esposta all'insidia terroristica per altre consistenti ragioni, la prima delle quali è rinvenibile nel privilegio di ospitare la massima autorità del cattolicesimo, a volte additata nei farneticanti messaggi di al-Baghdadi tra i possibili bersagli del jihad. Inoltre, la vocazione atlantista del nostro Paese e la sua tradizionale amicizia con gli Stati Uniti d'America rappresentano altri elementi di potenziale esposizione al terrorismo fondamentalista.

  Non abbiamo in questo preciso momento – voglio subito ribadirlo – segnali che indichino l'Italia o gli interessi italiani come esposti a specifiche ed attuali forme di rischio. Quella che ho delineato, dunque, è un'analisi fondata su indicatori di contesto, che prescindono da riferimenti a pericoli concreti e puntuali di cui sia stata avvertita la presenza. È questa la conclusione a cui è giunto il Comitato di analisi strategica antiterrorismo al termine della riunione che si è svolta a poche ore dall'eccidio e che io stesso ho presieduto data la gravità dell'evento. Nondimeno, dalla seduta del Comitato – organismo che vede la partecipazione congiunta delle componenti antiterrorismo delle forze di polizia e dei rappresentanti delle agenzie di intelligence – sono scaturite valutazioni prudenziali per un immediato rafforzamento dei dispositivi di protezione e vigilanza diffuse a prefetti e questori.

  L'attività di monitoraggio degli obiettivi sensibili, compresi quelli riferiti a interessi francesi, statunitensi ed ebraici presenti in Italia, proseguirà con grandissimo impegno e dispiego di forze. L'attenzione delle autorità di sicurezza, richiamata con la direttiva emanata l'altro ieri, non è solo rivolta verso i siti istituzionali, le ambasciate e i consolati dei Paesi più esposti, i luoghi di culto e la Città del Vaticano, ma è indirizzata anche a sedi di giornali e di network televisivi e non trascura quelle personalità pubbliche che, anche in ragione delle loro posizioni politiche, potrebbero risultare oggetto di mire terroristiche.

  L'azione di presidio e di vigilanza si dispiegherà, dunque, a largo raggio e non verrà sottovalutato alcun segnale di pericolo, anche quello più banale o apparentemente irrilevante.

  Nell'ambito delle misure disposte rientra anche l'immediato rafforzamento del raccordo investigativo tra gli uffici antiterrorismo francesi e gli omologhi uffici italiani. Oggettivamente, le forze di polizia stanno portando avanti, con grande sacrificio, un'attività encomiabile che ne conferma l'alta professionalità, il prestigio internazionale e i livelli di eccellenza raggiunti nei vari settori investigativi. Le statistiche sull'andamento della delittuosità relative al 2014 consentono, del resto, di apprezzare un impegno che, in ogni circostanza, si rivela di straordinaria qualità e capace di produrre risultati di indiscutibile valore. Sono, infatti, in netto calo i reati di maggiore allarme sociale, quali gli omicidi e le rapine, e l'indice generale dei delitti, a sua volta, registra una flessione che si attesta al 7,7 per cento in meno rispetto all'anno precedente. Non sottovaluterei, poi, la collaborazione con le Forze armate, che consente di assicurare una vigilanza capillare e di non trascurare alcun angolo del territorio in cui sia presente un possibile bersaglio. È a questo apparato, agli uomini e alle donne che lo incarnano, che va il mio sincero e doveroso ringraziamento.

  Tornando ai fatti di Parigi, alcune dichiarazioni hanno ritenuto di evidenziare, tra le possibili fonti di rischio, i centri di aggregazione religiosa in cui potrebbero operare i predicatori di odio, fomentando azioni violente. Voglio rassicurare sul fatto che sia le moschee sia gli altri luoghi di culto non vengono affatto trascurati nelle analisi di intelligence investigativa e siamo oggi in grado di poterne avere una fedele fotografia, avendone recentemente anche curato una puntuale rilevazione i cui dati numerici ho fornito nella precedente informativa di settembre.

  Ovviamente, il monitoraggio a fini di prevenzione di questo particolare aspetto aggregativo è reso difficile anche dal fatto che in molti casi il culto viene praticato in locali di fortuna del tutto inidonei e per i quali mancano le prescritte autorizzazioni. Questa peculiarità del fenomeno può favorire zone di ombra nelle quali sono più difficili gli accertamenti e le attività di rilevazione. Questo, però, non deve indurre a conclusioni, che sarebbero sbagliate, circa la carenza di controlli specifici o la loro presunta inefficacia, anzi, la nostra attenzione è sempre stata e sempre sarà alta. Come già riferivo a settembre scorso, l'atteggiamento verso i soggetti sui quali si sono addensati anche solo i sospetti di una contiguità terroristica è stato improntato, in ogni occasione, alla massima fermezza e al rigore più estremo. Lo testimoniano, del resto, gli undici arresti e i tredici provvedimenti di espulsione adottati nello scorso anno, tra cui quello a carico dell’imam di San Donà di Piave, che ho personalmente disposto per motivi di sicurezza nazionale.

  Per altro verso, non sottovaluto le preoccupazioni che si indirizzano verso i flussi di immigrazione, individuati come possibile veicolo di infiltrazione dei movimenti terroristici in territorio nazionale. Anche a questo proposito vorrei dare rassicurazioni circa l'attivazione di adeguati dispositivi di controllo, ricordando come siano in corso forme sinergiche di collaborazione tra le nostre agenzie di sicurezza e gli omologhi uffici antiterrorismo esteri, per garantire la più ampia copertura informativa sui rischi di infiltrazione insiti nelle dinamiche migratorie che interessano le frontiere italiane. I dispositivi riguardano, in particolare, i valichi di frontiera che, in ragione della loro posizione geografica, riteniamo più esposti al possibile transito di combattenti diretti o provenienti dalle aree di conflitto.

  In tale contesto operativo è stato anche potenziato il ricorso al vasto patrimonio informativo delle banche dati Schengen SIS II, valorizzando le informazioni sui soggetti che risultino respinti da altri Paesi.

  Voglio sottolineare, però, un dato che si era già evidenziato nel 2005 nel corso degli eventi terroristici che colpirono Londra e che lo scorso 7 gennaio si è riproposto in tutta la sua drammaticità: a colpire sono spesso cittadini immigrati di seconda e terza generazione e quasi sempre insospettabili e apparentemente integrati. Gli stessi attentatori che hanno attaccato la redazione di Charlie Hebdo provengono dagli arrondissement parigini e nulla hanno a che fare, da spartire, con la realtà degradata delle banlieue parigine.

  Questa consapevolezza di una fonte di pericolo anche interno abilmente mimetizzata ci ha guidato nel confezionare le nuove misure normative che il Governo approverà e sottoporrà, quanto prima, all'esame delle Camere.

  Tutto il provvedimento guarda alla figura del terrorista molecolare home made, capace di trasformarsi in un'impresa individuale terroristica, nel senso che si autoradicalizza e si autoaddestra anche ricorrendo al web, si procura le armi e le istruzioni per il loro uso, progetta da solo, e comunque senza apparenti e dimostrate appartenenze a reti strutturate, attacchi o azioni terroristiche.

  Contro questa nuova forma di minaccia, si indirizzano sia norme penali sia norme di prevenzione che intendono neutralizzare la potenzialità offensiva prima che essa si possa manifestare concretamente e prima che il combattente autoformatosi possa intraprendere il viaggio verso le zone di conflitto. Il questore, con le adeguate garanzie di controllo giurisdizionale, potrà infatti ritirargli il passaporto, proponendolo per le misure della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, in modo da restringerne capacità di movimento e campo di azione. Le norme di nuovo conio incidono anche sulla organizzazione e sul finanziamento dei trasferimenti nei teatri di guerra, con l'introduzione di una specifica figura di reato che, colmando una oggettiva carenza, colpisce non solo i combattenti stranieri, ma anche chi agisce dietro le quinte tirando le fila degli spostamenti verso l'estero.

  Riguardo ai rischi di fabbricazione di ordigni domestici, sovvengono poi le norme che sanzionano la violazione degli obblighi informativi e documentali sulla circolazione dei cosiddetti precursori di esplosivi, ossia del materiale di uso anche comune che potrebbe servire a costruire bombe artigianali. Come accennavo, la minaccia fondamentalista trova nel mondo del web un veicolo formidabile di propagazione e il provvedimento quindi si fa carico di rafforzare gli strumenti di intervento anche in questo campo, consentendo all'autorità giudiziaria di ordinare ai provider l'interdizione dell'accesso ai siti utilizzati per la diffusione di messaggi di incitamento a condotte terroristiche censiti in una black list continuamente aggiornata dalla polizia postale: ovviamente a questo si sposa la cooperazione con i colossi del web sia in sede europea che in sede nazionale.

  Questi sono in sintesi i punti salienti in cui si verrà ad articolare l'intervento legislativo e confido che il Parlamento possa esprimere, anche in questa occasione, una opinione riguardo l'impianto del provvedimento e contribuire al miglioramento dei suoi contenuti, recuperando uno spirito di coesione che in queste ore, a tratti, mi sembra essere appannato da alcune polemiche.

  Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, i fatti di Parigi hanno destato un'onda di indignazione e raccapriccio che non può esaurirsi nell'emozione di questo momento. Nella capitale francese sono stati feriti i valori di libertà dell'intera Europa, valori che rappresentano la bandiera irrinunciabile dell'Occidente. Fare fronte comune contro questa barbarie richiede una strategia lucida, lungimirante, consapevole, improntata innanzitutto ai principi di solidarietà che costituiscono il primo fondamento della costruzione europea. Occorre che si comprenda pienamente come questa sfida non possa che essere vinta rinsaldando la cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia in ogni sua forma e avviando una rinnovata politica di sicurezza europea che passi innanzitutto per la sollecita approvazione della direttiva sul passenger name record, ossia sul sistema di controllo delle liste d'imbarco. Si tratta di dotarsi di uno strumento di tracciamento indispensabile per individuare tutti i vari spostamenti sospetti: è evidente come la sua pronta disponibilità rappresenti un obiettivo irrinunciabile, se si vorrà affrontare, in una cornice di regole condivise, il fenomeno dei «foreign fighters», che anche nel corso del semestre a guida italiana è stato riconosciuto come la principale causa di rischio per l'intero territorio europeo. Del resto, è da ascrivere ad una nostra iniziativa durante il semestre l'approvazione del progetto costitutivo di squadre multinazionali ad hoc che si scambieranno informazioni e buone prassi per l'affinamento del contrasto al fenomeno dei combattenti da parte dei Paesi che siano più esposti a questa forma di minaccia.

  Più in generale, la sfida rappresentata dall'estremismo islamico presuppone la piena valorizzazione della capacità progettuale dell'Unione europea e della sua forza trainante anche nei rapporti di partenariato che sviluppa con i Paesi terzi. In questa prospettiva di rilancio dell'azione politica del soggetto Europa, recuperare e rinnovare lo spirito di unità è un'esigenza fondamentale e imprescindibile. È anche per questo che ho apprezzato e ho immediatamente aderito all'invito del collega francese Cazeneuve ad intervenire, dopodomani mattina, domenica mattina, ad una riunione dei Ministri dell'interno dei Paesi dell'Unione europea maggiormente interessati alle problematiche del terrorismo islamico e dei «foreign fighters».

  La riunione che si svolgerà a Parigi è estesa anche alla partecipazione del Commissario europeo agli affari interni, al Coordinatore europeo alla lotta al terrorismo e all’Attorney general statunitense a dimostrare, questo, l'importanza strategica del legame tra Europa e Stati Uniti d'America. L'incontro non sarà solo un vertice operativo, ma rappresenterà anche un momento altamente simbolico per segnare la vicinanza alla Francia e ricordare che le sue vittime sono vittime europee che appartengono all'intera Europa.

  Signor Presidente, onorevoli colleghi, i falsi profeti del jihad globale hanno sferrato un crudele attacco ai valori fondanti della democrazia, scegliendo la Francia culla della laicità come terreno ideale per fomentare un totalitarismo fanatico che strumentalizza la religione per mezzo della violenza.

  La ferocia delle pallottole scaricate addosso all’humour dissacrante di una vignetta: è questa la differenza che passa tra la libertà e la brutalità. Resteremo vigili e non arretreremo di un millimetro, lo faremo per i nostri figli, per consegnare loro un mondo ancor più libero e sicuro nel quale vivere. Vi ringrazio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia-Centro Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente.

mercoledì 7 gennaio 2015

CES 2015 Samsung SUHD TV - Milk VR Gear Portable SSD T1



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Attentato Charlie Hebdo Terrorismo Islamico a Parigi Sparatoria Strage



Attentato Charlie Hebdo Terrorismo Islamico a Parigi Sparatoria Strage

Pino Daniele Funerale Tullio de Piscopo Venditti Clementino Lacrime



Pino Daniele Funerale Tullio de Piscopo Venditti Clementino Lacrime

Paris Charlie Hebdo Attack - Gun Shooting Islamic Terrorists

Islamic terrorist have killed 12 in Paris: Charlie Hebdo attack, gun shooting.
French police said at least 12 people are dead after an attack at the Paris headquarters of the satirical weekly paper Charlie Hebdo.

Media reports said at least two gunmen opened fire with automatic rifles and a rocket launcher inside the building housing the newspaper's offices, with one of the men captured on video shouting “Allah!”

The suspects are believed to have fled in two vehicles.

According to local media reports, the newspaper staff was holding an editorial meeting when the shooting occurred.

Another 20 people were injured in the attack, including four or five critically. Police union official Rocco Contento described the scene inside the offices as “carnage.”

Ten members of the Charlie Hebdo staff died in the attack, prosecutors said. Sources at the weekly said the dead included co-founder Jean “Cabu” Cabut and editor-in-chief Stephane “Charb” Charbonnier.

“An act of indescribable barbarity has just been committed today in Paris,”French President Francois Hollande said.

He then defended the media: "No act of barbarity will ever extinguish freedom of the press."
News by voanews.

lunedì 5 gennaio 2015

Pino Daniele Poesia Ricordo di Claudio Baglioni su Facebook

Video della poesia di Claudio Baglioni per il ricordo a Pino Daniele pubblicata sulla sua bacheca su Facebook.
Ecco le parole di Baglioni per Pino Daniele morto poche ore fa e che ha una forma poetica.

"Pino, Pinuccio tanto caro
Pino adorato
ieri sera guardavo la foto presa da lontano
di noi due seduti sul bordo del terrazzo
mentre tu mi raccontavi e io ascoltavo.
Dietro c'era solo il mare.
E al mare e a te pensavo
come in una misteriosa malinconia,
una tristezza nuova e sconosciuta.
Non capivo, non sapevo ancora niente.
Avevo una chitarra per le mani
e piano piano mi sono ritrovato a suonare
e poi a canticchiare Io dal mare
immaginando nel lunghissimo finale
i tuoi fraseggi di corde e voli di voce senza parole.
Tu non c'eri ma era come se fossi lì con me
a ricordare il pezzo, a ripassarlo
per la prossima occasione
in cui l'avremmo rifatto.
L'avevamo registrato venticinque anni fa
e tu, che non eri stato bene,
l'avevi voluto fare lo stesso.
"Ci ho messo tutto il cuore"
dicesti sorridendo
e ci scherzammo su per tutta
la cena al ristorante.
Ora, dopo un quarto di secolo,
quel cuore si è fermato.
Ma non la voce, le note calde
della tua chitarra,
lo swing, il blues, l'anima profonda,
le canzoni belle.
Non la tua passione, la sincerità
come melodia di vita,
l'amicizia vera, diretta
e a volte brusca,
quasi antica, di un altro tempo,
di un tempo che fu giovane
insieme a noi e ai nostri primi sogni.
Un tempo che non è passato mai
e che, d'ora in poi, scorrerà diverso
con il ritmo più dolente
e lento della nostalgia.
È stato un regalo conoscerti e incontrarti
in questi anni e in questo mondo
e cantare suonare parlare ridere con te
e sentire, sapere, essere sicuro
che ogni volta,
nella musica e nella vita,
ci hai messo tutto il cuore."

Pino Daniele Funerale a Roma Santuario del Divino Amore 7 Gennaio



Pino Daniele Funerale a Roma Santuario del Divino Amore 7 Gennaio

Pino Daniele Addio Morto per Infarto a 59 Anni



Pino Daniele Addio Morto per Infarto a 59 Anni