domenica 5 febbraio 2017

Cyberbullismo su Facebook Whatsapp e Instagram - #cuoriconnessi



Una vita da Social della Polizia di Stato: il cyberbullismo su Whatsapp, Facebook e Instagram. #cuoriconnessi



L’indagine: l’11% dei giovani approva gli insulti sui social, il 13% dichiara di aver insultato un personaggio famoso on line



Le ragazze e i ragazzi, in particolare quelli tra i 14 e i 18 anni, la cui vita sui social è stata oggetto di un’indagine sull’hate speech affidata da Generazioni Connesse a Skuola .net e all’Università degli Studi di Firenze. Dalla ricerca emerge che il 40% degli intervistati dichiara di trascorrere on line più di 5 ore al giorno. Whatsapp si conferma il gigante degli scambi social fra gli adolescenti (80,7%), seguito da Facebook (76,8%) e Instagram (62,1%). Per quanto riguarda il controllo della veridicità delle notizie on line, il 14% degli intervistati dichiara di non controllare mai se una notizia sia vera o falsa, un comportamento – mette in evidenza la ricerca - che rende i ragazzi “facilmente preda di titoli sensazionalistici e ‘bufale’ che possono fomentare reazioni poco ragionate e forse guidate da sentimenti di rabbia e di odio”. Altro dato da evidenziare è quell’11% di ragazze e ragazzi che dichiara di approvare insulti rivolti a personaggi famosi in virtù di una più generale “libertà di esprimere ciò che si pensa” e un 13% a cui è capitato di insultare un personaggio famoso on line. Stesso discorso si può fare sui commenti pesanti rivolti ai coetanei dove si conferma l’effetto di disinibizione dello “schermo” nel facilitare comportamenti che non verrebbero messi in atto così facilmente se si fosse di fronte all’altra persona.

Flavia Rizza, oggi 17enne, fin dalle scuole elementari è stata vittima di atti di bullismo e cyberbullismo, ad opera di alcuni compagni di classe, che la facevano oggetto di insulti, scherni ma anche violenze fisiche.



Tutto è cominciato quando da bambina ha iniziato a prendere peso e i suoi compagni di classe la prendevano in giro dicendole “cicciona”.



Inoltre, uno di loro, la picchiava, rubava le sue cose, il diario, i quaderni, l’astuccio.



Flavia ritrova i sui compagni alle medie e le persecuzioni riprendono.

In particolare due sue amiche dopo averle scattato foto del suo fondo schiena mentre sta alla lavagna, le pubblicano sui rispettivi profili social con commenti e insulti di ogni genere.

Non soddisfatte, aprono a suo nome un profilo facebook falso e iniziano a insultare le pochissime persone che le erano rimaste vicine, portando Flavia all’isolamento completo.



Agli occhi dei bulli, lei era soltanto una “secchiona” da sfruttare per farsi passare i compiti.

Ma ancor peggio, la aspettavano alla fermata dell’autobus, e la spingevano in mezzo alla strada mentre passavano le auto.



Per anni è tornata a casa a piedi per paura.





Un giorno ha trovato il coraggio di raccontare tutto a sua madre, dopo aver preso parte con la sua classe ad uno degli incontri sul bullismo e cyberbullismo svolti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’ambito della campagna educativa itinerante “Una Vita da Social”, che aveva fatto tappa a Ostia.

Flavia racconta tutto sulla pagina facebook della Polizia Postale e delle Comunicazioni



Oggi Flavia è diventata testimonial di questa grande iniziativa contro il bullismo e il cyberbullismo: ha avuto il coraggio di rivolgersi alla Polizia Postale raccontando la propria esperienza.



Arrivare ai ragazzi e alle loro famiglie è l’obiettivo principale di questo progetto: spesso infatti le famiglie non sanno, non conoscono, la reale situazione e il fenomeno del bullismo viene spesso sottovalutato.



La campagna “Una Vita da Social” ha infatti favorito l’emergere di molte situazioni di grave disagio da parte dei ragazzi, in termini di molestie, diffamazione, furti d’identità online e adescamenti in rete.

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